TAVOLA DI RUBINO

 

I – Non è certissimo nè verissimo quanto la mente della creatura concepisce:
Incomprensibile Vero è il Creatore. Ciò che è in alto
non è come ciò che è in basso. All’alto la magnificenza dell’unità, al basso
la miseria della molteplicità, che par tutto ed è nulla
II – E poichè tutte le cose partecipano della molteplicitàesse tanto meno sono verità,
vita, bene, quanto più si distanziano dall’Uno.
III – Ecco il numero, il molteplice, l’involucro, il cadavere dell’uno:
suo padre (fu) il desiderio della terra, sua madre l’ignoranza.
Il sole dissolse la carogna e il vento disperse il fetore del frutto dei due.
IV – Questo desiderio ha creato gli eroi, i demoni e gli dei; questa ignoranza
si è riversata su tutto il possibile, confondendo ogni tradizione ed il Tre.
V – Ed ha regnato nel Male, nel sangue, fuori dalla Rosa nell’abominio dei quattro.
VI – Unirai l’uno col due, l’uno con i molti, il soffio col Sè,
delicatamente con grande cura, fino al nove saltando il cinque.
VII – Poichè discende dal cielo alla terra e risale al cielo disperdendo
le forze inferiori nella forza superiore, indefinibile, che si compie nel sei
VIII – Allora, figlio del desiderio, sarai come gli dei, i demoni e gli eroi
padrone dell’oscurità e della luce dei sette
IX – (In ciò) consiste la sapienza, sapiente di ogni sapienza;
sarai tanto grande da essere indefinito e indefinibile.
Vincerà che (pesa) di più sulla bilancia dell’otto.
X – Così il mondo (inventò) i suoi ideali. si può adattare questo arcano a qualunque (cosa):
serpeggiando, vibra come corda di cetra e si fa numero caduco. Anche ogni causa seconda.
XI – Pertanto io fui chiamato annunciatore di Thot, più schiavo della causa della ragione,
che amico della ragione stessa.
XII – (Quanto detto) delle umili operazioni di Urano e di Saturno
serva di prima guida ai desiderosi: Osiride è un dio nero.