INTRODUZIONE ALL’ANGEOLOGIA
tratto dal corso “LE ENTITA’ DEI MONDI INVISIBILI”

E’ nel comune senso religioso umano credere ad entità soprannaturali responsabili della creazione, della conservazione e dell’andamento dell’universo. In tutte le tradizioni conosciute questi esseri erano una sorta di legame tra il mondo terreno e il mondo divino irraggiungibile ai più sia in concezione che in comprensione. Nella cultura occidentale classica (di derivazione cristiana-mosaica) queste entità vengono chiamate angeli.
Oggi purtroppo gli angeli sono di moda, infatti di questi tempi sono fin troppe le pubblicazioni (più o meno valide) che trattano l’argomento in maniera semplicistica e riduttiva. Con l’avvento della mentalità New Age si sono diffuse convinzione che gli angli siano aiutatori onnipresenti pronti ad aiutarci al nostro più piccolo cenno di cedimento: comodi, sempre pronti, facili da usare e totalmente comprensibili dalla mente umana (sembra più un prodotto surgelato che un’entità collegata direttamente al divino). Non bisogna dimenticare poi la nascita di nomi angelici alquanto bizzarri (Jeiehie, Caar, Ammhell, Sebastian ecc.) tutti creati a seconda che il venditore dovesse piazzare 43 o 96 carte angeliche con il librettino esplicativo per mettersi in contatto con il proprio “spirito guida”.
La maggior richiesta di spiritualità che la gente sta vivendo nei nostri anni ha causato, a mio avviso, un profondo problema ossia che, se è importante un approccio spontaneo (utilissimo come primo passo), è anche necessario approfondire la conoscenza di queste entità nel loro contesto religioso, nelle loro funzioni, attribuzioni e simbologie così come ci vengono tramandati dalla tradizione.
Questo corso si occuperà quindi di sviscerare ed analizzare lo studio dei 72 (settantadue) angeli tradizionali dello Shem ha-Mephorash, quegli angeli, per intenderci, di tradizione ebraica e poi cristiana.
Speriamo quindi che tutto ciò che vi stiamo porgendo possa essere da voi compreso; invitiamo fin d’ora l’allievo a mettere alla prova quanto scriveremo riferendosi a tutti quei testi tradizionali (Agrippa, Lenain, Enel ecc.) che verranno successivamente elencati per completezza bibliografica e che vengono universalmente riconosciuti come testi validi per lo studio dell’angeologia di stampo cabalistico-cristiano.
Il vocabolo “Angelo”, comunemente usato per indicare quelle entità di natura benevola, deriva dal greco “anghelos” che significa messaggero. Viene quindi spontaneo pensare che gli angeli sono intermediari tra Dio e gli uomini e che Dio attui attraverso loro (ed i loro poteri) il suo piano. Lo stesso Sant’Agostino d’Ippona puntualizza: “Angelo è il nome che indica il loro ufficio, non la loro natura. Il nome che indica la loro natura esso è spirito; se volete conoscere il nome che indica il loro ufficio questo è angelo: spirito indica quello che sono, angelo quello che fanno”.
Se vogliamo partire nella nostra analisi da fonti più vicine a noi (nel senso dell’intendere comune) analizzeremo le fonti cristiane:
Dionigi l’Areopagita detto lo Pseudo Dionigi è la massima autorità in materia di angeologia cristiana. Nel corpus delle sue opere troviamo: la Gerarchia celeste, la Gerarchia ecclesiastica, i Nomi Divini e le Epistole, con le sopraccitate opere ha riscosso l’ammirazione di San Tomaso e della scolastica, Gregorio Magno, Dante ecc. Nel Corpus Dionysiacum troviamo diverse informazioni a cui hanno attinto quindi molti dei padri della chiesa per elaborare il loro pensiero.
Nelle opere di Dionigi possiamo leggere: “Parlando di gerarchia, intendiamo un ordinamento sacro, immagine della bellezza del principio divino, che ha la sacra funzione di portare a compimento… i misteri della sua propria illuminazione e che tende ad assimilarsi, per quanto gli è consentito, al proprio Principio”, le gerarchie, dice ancora Dionigi, partecipano al principio divino in misura maggiore agli uomini, infatti l’illuminazione si verifica prima in esse e poi nel creato.
Egli sostiene l’esistenza di tre ordini divisi in altrettante schiere: il primo ordine supremo comprende i Troni, i Cherubini ed i Serafini, il secondo ordine comprende Potestà, Dominazioni e Virtù, il terzo ordine Gli Angeli, gli Arcangeli ed Principati. Ciascun nome dato alle schiere indica il carattere divino proprio di ognuna, per esempio Serafini significa “coloro che bruciano” o “coloro che riscaldano”, Cherubini significa “pienezza di conoscenza” o “effusione di saggezza” ecc.
Successivamente a Dionigi l’argomento fu affrontato da Bernardo di Clairvaux e San Tommaso d’Aquino i quali affermano che gli angeli: “sono spiriti potenti, gloriosi… perfetti nella loro natura… puri nella mente… devoti a Dio… consacrati alla sua lode ed al suo servizio.” A questo si aggiunge l’importante avvertimento che agli angeli deve andare la nostra venerazione e basta, fede e devozione sono unicamente rivolti a Dio.
La tradizione cristiana si è soffermata molto sulla problematica degli angeli fino ad arrivare a parlare della loro sostanza, in generale comunque possiamo riassumere così i punti saldi dell’angeologia cristiana ricavati dagli scritti dei sopraccitati autori e dai due concili Lateranense IV (1215) e Vaticano (1870):
– Gli angeli non sono totalmente incorporei poiché solo Dio è puro spirito; questa affermazione si spinge fino a cercare di identificare le componenti del corpo angelico, alcuni sostengono sia fatto di acqua e fuoco.
– Gli angeli sono esseri finiti e relativi creati da Dio che solo può essere infinito ed assoluto.
– Alcuni angeli sono “caduti” dalla loro condizione a causa della loro ribellione.
– Gli angeli sono dotati di libero arbitrio (ciò spiega anche perché, alcuni di loro, si siano potuti ribellare).
– Gli angeli sono divisi in classi ordinate gerarchicamente.
– Ad ogni uomo è assegnato un angelo custode al momento del battesimo.
– Agli angeli è dovuta ammirazione e venerazione e non adorazione dovuta solo a Dio.
– La santa trinità è al di sopra degli angeli.
– Il numero degli angeli è quasi incalcolabile.
Analizzando le fonti però possiamo notare che il cristianesimo vive di un’eredità culturale quella ebraico-cabalistica, non dimentichiamo infatti che sia il nuovo che l’antico testamento è stato scritto da ebrei e che le fonti cabalistiche sono ricche di nozioni e storia sugli angeli.
Per comprendere l’angeologia a fondo dobbiamo quindi scavare alle radici della mistica ebraica… diciamo che un infarinatura di cabala non può che aiutarci nel nostro studio.