ESISTENZA DELL’ANIMA, ANIMA = LIBERTA’, ANIMA = VITA.

Questo brano non è stato scritto da me, ma è comunque interessante leggere le diverse opinioni
Se il principale obiettivo di queste poche righe è quello di sostenere l’esistenza di un futuro di vita personale oltre la morte, il cardine della sua argomentazione è costituito dal concetto di anima immortale, o per meglio dire, dotata della possibilità di attingere l’immortalità. Prima di ogni altra cosa è necessario comprendere che cosa diciamo quando pronunciamo la parola “anima”. Per esprimere quale concetto gli uomini sono giunti a coniare il termine? Per rendere ragione di che? Qual è il fenomeno primordiale? Io penso che dietro al termine anima, la cui etimologia deriva da anemos cioè vento, vi sia la percezione della particolare complessità del fenomeno umano, l’uomo non è un essere semplice, e ancor di più vi sia la consapevolezza che tale complessità giunge a fare dell’uomo qualcosa di specifico, di differente, rispetto a tutti gli altri oggetti del mondo. La categoria di anima esprime il pensiero della specifica differenza dell’uomo rispetto al mondo, ovvero il pensiero della libertà,perché solo l’uomo, in tutto il mondo conosciuto, può toccare la libertà. Come il vento appare libero nel suo andare e venire, così l’uomo, almeno qualche volta, giunge a essere libero rispetto al mondo. Dire che vi è una differenza tra l’uomo ed il mondo equivale a sostenere la possibilità della libertà dell’uomo dal mondo. Chi nega tale differenza, chi fa dell’uomo solo un animale come gli altri, una “scimmia nuda”, nega in radice la libertà dell’uomo dal mondo, considera l’uomo un fenomeno del mondo animale solo quantitativamente diverso, ma qualitativamente identico, a ogni altro fenomeno del mondo animale. Affermare l’anima significa sostenere che, per quanto legato al corpo, l’uomo è in grado, se lo vuole, di trascendere le sue necessità e vincerle. Il segnale dell’avvenuta vittoria sulla necessità naturalesta nella spiritualità, attestata dalla creazione artistica e, ancora di più, dall’esperienza etica della gratuità e della giustizia, la creazione più alta. Se gli uomini hanno coniato il termine anima (presente pressoché in tutte le culture e giunto a maturazione nella spiritualità della Grecia antica) è per rendere ragione di questa esperienza primordiale : noi siamo più del mondo, noi siamo liberi. Il che si potrebbe riesprimere mediante questa elementare equazione : Uomo – Mondo = x. L’’anima è il termine che più spesso è stato e viene ancora utilizzato per esprimere questa x, l’incognita che scaturisce sottraendo all’uomo tutto quanto proviene dalla materia-mater. Ma se, come io sostengo, tutto ciò che è in noi proviene dalla natura-physis, non si è destinati all’equazione Uomo – Mondo = 0, cioè alla scomparsa di ogni nostra traccia, quando sopraggiunge la morte e la dissoluzione della materia? Io ritengo di no, perché il lavoro della natura-physis non è riducibile alla sola materia, in quanto può produrre un livello superiore di essere, lo spirito, definibile come vita dell’energia a prescindere dalla materia, e quindi in grado di sussistere anche dopo la dissoluzione della materia del nostro corpo. L’anima spirituale non viene pensata da me come una sostanza separata rispetto alla dimensione materiale del corpo, una sostanza di altra origine che giunge direttamente da Dio nel preciso istante in cui la nuova vita umana viene concepita, come la dottrina cattolica ancora oggi invita a fare. Io ritengo che questa modalità di pensare l’anima sia insostenibile. Credo altresì che se oggi, dopo duemila anni di Cristianesimo, l’Occidente si ritrova senza un sapere preciso intorno al concetto di Anima, e i più dubitano addirittura della sua esistenza, e anche chi ne parla pronuncia una parola senza sapere esattamente che cosa dice, ciò lo si debba in buona parte a tale insostenibile concezione dell’anima come sostanza separata creata direttamente da Dio : con questo insegnamento la dottrina dichiara che l’anima spirituale è qualcosa a cui la generazione umana non contribuisce, sostiene che i genitori non c’entrano nulla con l’origine dell’anima spirituale dei loro figli, in quanto essa viene direttamente da Dio. Io ritengo che questo modo di pensare, che guarda all’anima come a una cosa, come a una sostanza separata dal resto del corpo, sia insostenibile alla luce di una corretta visione dell’essere. In questa prospettiva io ritengo che i genitori abbiano molto a che fare con la generazione dell’anima spirituale dei loro figli. La differenza dell’uomo dal mondo materiale, cioè dalla sua spiritualità, non significa infatti contrapposizione rispetto al mondo. L’anima spirituale, che pure conduce chi la coltiva in un’altra dimensione facendolo entrare nell’eterno, è da pensarsi non come una sostanza separata che proviene dall’esterno ma come una peculiare configurazione dell’unica energia che ci costituisce. Forse, il più raffinato sistema escogitato dagli uomini per rendere conto delle molteplici configurazioni dell’energia che li abita è quello coniato dagli antichi Egizi, che conoscevano ben cinque termini per parlare della dimensione interiore dell’uomo, il ba (anima), lo akh (lo spirito), il ka (la potenza vitale), il nome, l’ombra. L’essere è uno e unico per ogni fenomeno pensabile, per le stelle, il mare, gli alberi, le gazzelle, gli uomini, e questo essere uno e unico si chiama energia. A questo livello non vi è nessuna differenza dell’uomo rispetto al mondo : le stelle, il mare, gli alberi, le gazzelle sono energia, e così pure l’uomo è energia, né più né meno di ogni altro pezzo di mondo. La differenza sorge quando si comincia a considerare la concreta configurazione con cui l’energia si presenta come materia. Per quanto l’energia, che è l’essere primordiale, sia uguale per ogni fenomeno, le stelle sono diverse dagli alberi e gli uomini sono diversi dalle gazzelle. Perché, se l’energia è una e unica? E’ per poter esprimere questa molteplicità degli stadi dell’essere che gli uomini, molti secoli prima di Cristo, hanno distinto dentro di loro la dimensione del corpo da quella dell’anima e all’interno della sfera dell’anima ulteriori diverse disposizioni gerarchicamente ordinate. Prendiamo un sasso. Come ogni altro corpo naturale è costituito da molecole e le molecole da atomi. Rispetto al volume dell’atomo, il nucleo è piccolissimo; rispetto al nucleo, gli elettroni sono ancora più piccoli, sono così evanescenti nella loro sostanzialità che non si sa se siano corpuscoli oppure onde. Il che significa che l’atomo è sostanzialmente vuoto e il tutto sta insieme grazie alle forze ed alle energie che intercorrono tra il nucleo stesso e la corona di elettroni. Se questo è il fondamento dell’essere, appare chiaro come prima della materia vi sia l’energia, anzi che la materia nel senso ordinario di “morta materia” non esista, che essa stessa non sia altro che energia, ciò che scaturisce dal movimento degli elementi primordiali, i quali a loro volta forse non sono neppure minuscoli puntini ma più propriamente onde. Non c’è nulla di fermo, nulla di statico, nessuna sostanza : il segreto dell’essere è il movimento. Anche ciò che ci appare immobile, immobile come un sasso, in realtà è energia sempre in movimento, a una velocità che neppure riusciamo a concepire. Prendiamo un corpo umano. Quanto detto a proposito del sasso vale tale e quale : la struttura dell’atomo è identica, è sempre il movimento degli elettroni attorno al nucleo che fa stare insieme i miliardi di miliardi di atomi di cui esso è composto. Anche il corpo umano, così come il sasso, è quindi fondamentalmente vuoto. L’impenetrabilità dei corpi, assioma della scienza antica, oggi viene ridicolizzata dal continuo passaggio dentro i nostri corpi di chissà quante onde elettromagnetiche al giorno. Anche noi, dal punto di vista della fisica fondamentale, siamo vuoti. La materia del nostro corpo non è altro che energia condensata, o meglio energia che continuamente si condensa a causa del vortice dei miliardi di relazioni tra gli elementi fondamentali. Ma, a differenza del sasso, il nostro corpo si muove, è vivo. Il risultato del movimento degli elementi atomici che costituiscono il sasso dà immobilità, mentre il risultato del movimento degli elementi atomici che costituiscono il corpo umano dà a sua volta movimento, produce ciò che chiamiamo vita. Perché? Perché, se tutto si muove allo stesso modo, qualche cosa si configura come corpo immobile e senza vita, e qualcosa d’altro come corpo mobile e pieno di vita? La risposta sta in una diversa configurazione dell’energia. Nel primo caso l’energia è tutta condensata nella massa della materia. Nel secondo caso, l’energia che scaturisce dal movimento atomico non si racchiude completamente nella configurazione della materia ma presenta un surplus, un’eccedenza. Tale surplus di energia rispetto alla massa della materia è ciò che rende il corpo vivente, animato. L’anima, a questo primo livello dell’essere, si spiega come il surplus di energia rispetto alla configurazione materiale del corpo. Se qui sulla Terra, e chissà in quale altra fucina cosmica dello spazio, è potuta scaturire la vita, lo si deve allo scarto tra il calore prodotto dal movimento atomico e la configurazione materiale a cui tale movimento dà origine. Questo scarto, questo avanzo, questo surplus di energia, è il segreto della vita : è l’anima. I più grandi tra i Greci l’avevano intuito e avevano chiamato pneuma (termine che viene tradotto con spirito ma che significa anche “vento” proprio come anemos) il movimento, il calore, la spinta dell’energia. La parola greca che viene tradotta con spirito significa letteralmente soffio igneo, soffio unito al fuoco e indicava nell’antichità quella nozione che la scienza odierna indica con la parola energia. Senza questa comprensione fondamentale dell’essere come energia, non si dà ragione alla vita, la quale esiste proprio perché non è riducibile, come lo è invece un sasso, alla materia inanimata. Anzi, forse neppure un sasso è riducibile a questa povera concezione, visto che anche le pietre conoscono un’evoluzione, anche i diamanti e i rubini si sono andati costruendo nel tempo, per non parlare delle perle e dei coralli che hanno un’origine organica, per cui tutte le cose, a modo loro, vivono. Chi pensa di spiegare la vita riducendola alle leggi deterministiche di un’inesistente materia inanimata tradisce proprio l’essenza della vita che è l’energia, il movimento, il soffio vitale. Il materialismo è la più povera delle filosofie. Il movimento interno dell’essere che costituisce la differenza tra la vita e la non vita è stato visto dagli uomini già molti secoli fa ed espresso mediante il termine anima.